Limiti all’utilizzo del contante nei Paesi europei (2015)
Link di riferimento: http://www.cgiamestre.com/wp-content/uploads/2015/02/Limite_contante_ue.pdf
“Anche alla luce di questa comparazione possiamo affermare che non c’è una stretta correlazione tra l’uso della carta moneta e l’evasione fiscale”. Asserire che il contante è la causa dell’evasione fiscale significa quindi «guardare il dito quando invece dovremmo guardare la luna».
Nell’ambito del mercato i prezzi sono segnali. Chiunque abbia o abbia avuto un’attività in proprio sa perfettamente che se il prezzo di uno specifico bene e/o servizio prodotto non viene percepito dal consumatore finale come sufficientemente adeguato, tale merce tende a rimanere quantomeno scarsamente venduta. Con questo comportamento, il consumatore finale intende far capire la sua insoddisfazione per il rapporto qualità/prezzo che si trova di fronte. Con l’evasione fiscale ai danni della macchina dello Stato è di fondo la stessa cosa; l’emergere costante di simile comportamento non è altro che una risposta di insoddisfazione e di sfiducia del contribuente/cittadino nei confronti dello Stato, dei suoi uomini, delle sue dimensioni, delle sue funzioni e dei suoi servizi erogati.
Pertanto, se lo Stato vuole combattere il fenomeno dell’evasione in modo veramente intelligente e, di conseguenza, redditizio, c’è unicamente una strada da percorrere: migliorare effettivamente in ogni suo compartimento gli inerenti rapporti qualità/prezzo a favore di tutti i cittadini/contribuenti. Migliorare la convenienza d’insieme a usufruire dello Stato. Altro è solo fantasia più o meno scellerata e discutibile. Alla luce di tutto ciò, eliminare mediante diktat legislativi il contante significa solo, in sostanza, porre in essere un comportamento forzoso anti-economico e contemporaneamente ridurre la libertà di scelta dell’individuo.